Narrazione circolare giapponese

Era il 1980 e il diplomatico Boris Biancheri, con sua moglie Flavia Arzeni, ispirarono Goffredo Parise a esplorare il Giappone in un modo diverso da come uno (a quei tempi) poteva aspettarsi, aprendolo all’arte giapponese e alle sue sfumature estetiche.
Il viaggio di Parise diventerà quasi un’esperienza zen e tante straordinarie illuminazioni improvvise.
Parise adotterà uno sguardo estetico interpretando il Giappone contrapponendosi all’analisi occidentale che aveva fatto per suo conto Roland Barthes.
Il libro di Parise, “L’eleganza è frigida”, offre una narrazione circolare, quasi un percorso iniziatico, riflettendo l’estetica giapponese in ogni sua forma, dalle arti visive alla gastronomia.
Qui Parise osserva che il Giappone ha affrontato l’industrializzazione in modo unico, mantenendo intatta la sua armonia estetica e che l’arte giapponese si manifesta in ogni aspetto della vita quotidiana, dall’abbigliamento alla cucina, andando oltre le teorie dei semiologi occidentali come McLuhan.
Perché in Giappone, la comunicazione è un’espressione profonda, non solo un mezzo di trasmissione. E la relazione tra estetica, morale e politica è strettamente intrecciata nella cultura, al contrario che in Italia, dove la politica prevale sulla morale.

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