Un posto sbagliato per morire

tuzziLeggendo Hans Tuzzi possiamo osservare quanta abilità può rivelare la narrazione e come ogni frase sia tesa, ogni immagine piena. Ogni dettaglio, anche il piú insignificante, è importante.
Poi, all’improvviso, qualcosa di torbido e inesprimibile emerge alla superficie, cercando di penetrare, di afferrare qualcosa. E la nozione del tempo traballa come un vagone dall’asse allentato…

Hans Tuzzi, Un posto sbagliato per morire, Bollati Boringhieri, Le Piccole Varianti, 2014.

Nel libro della vita

nellibrodellavitaLa vita la fa da protagonista in questi racconti. Incontri amorosi, donne alla reception, fermate della metropolitana, villette a schiera, ciliegi spogli sul lungofiume, villette intonacate nei canyon, sigarette francesi, tubini neri da cocktail, luci degli aeroporti, coppie di candelabri di cristallo… Storie che esplorano tensioni inter-generazionali di famiglie ebree. Racconti di complicate rivalità, di tristezze come macigni, di perdoni insperati, di ricordi e speranze, di morti e di finestre con una luce meravigliosa.
La mancanza di comunicazione tra i personaggi è il tema che attraversa tutto il libro. Leggendo si sente che chi scrive nutre un’illimitata passione per il bagliore del ricordo e per il gioco dell’intima fantasia.
Stuart Nadler è uno scrittore elegante e un narratore avvincente. Svela la complessità nascosta nella vita ordinaria ed è molto abile a creare tensione attraverso dialoghi… obliqui. La sua scrittura condivide l’ossessione di Updike per le piccole città (e per la morale della sua classe media), ma ha anche molto dell’umorismo nero di Roth. Poi, in certi momenti, sembra di leggere Saul Bellow o Isaac B. Singer o Bernard Malamud…

Stuart Nadler, Nel libro della vita e altri racconti, traduzione di Costanza Prinetti, Le Piccole Varianti, Bollati Boringhieri, 2014.