È il 1914, la guerra è cominciata e il triestino Luciano Engelmann, giovane ingegnere edile con il grado di sottotenente, viene mandato sul fronte orientale in Galizia. Non sa cosa aspettarsi, è davanti a un salto nel buio, diretto verso i campi di battaglia a contrastare l’esercito russo. Constaterà da subito di come i reparti dell’esercito siano stati reclutati in tutte le nazionalità presenti nell’Impero e di come il corpo ufficiali sia fortemente legato alle tradizioni militari asburgiche.
Arrivato sul posto inizierà la lunga marcia verso Leopoli e resterà colpito da uno strano discorso che sentirà da un vecchio capitano con “lunghi baffi a manubrio”.
Quel che gli cambierà la vita, però, sarà l’incontro con il tenente Maximilian Groener, che intuirà le sue potenzialità e il suo ‘talento’ di ingegnere esperto in esplosivi…
Gabriele Chiarolanza scrive per trattenere il ricordo lottando contro l’oblio e forse proprio per questo predilige storie che hanno come protagonisti i dimenticati della storia.
Combina in modo elegante fiction e non-fiction, in una raffinata commistione di narrazione pura, memoria e biografia, mettendo in connessione quello che è con quello che è stato.
Colpiscono ed emozionano i dialoghi del romanzo, che aggiungono spesso qualcosa di nuovo alla storia — alla ricerca di un’intima identità, di un vissuto… — dando, quando ne hanno l’occasione, informazioni davvero importanti.
Gabriele Chiarolanza, La scomparsa di Luciano Engelmann, Meligrana 2021.
Anche quest’altro romanzo è una splendida commistione di fiction e non-fiction: https://wwayne.wordpress.com/2021/07/04/generazione-balotelli/. L’hai letto?
Non l’ho letto, ma sembra interessante… spero di farcela a leggerlo… 😉
In effetti non è uno di quei romanzi che “si bevono” in pochi giorni: io ci ho messo un mese e mezzo a finirlo. Quest’altro libro è molto più scorrevole: https://wwayne.wordpress.com/2020/08/23/un-sogno-da-realizzare/. Grazie per la risposta! 🙂